giovedì 30 dicembre 2010

Pubblicità 1952 _ Erberto Carboni


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1_Pubblicità per Barilla del 1952 fatta da Erberto Carboni.
2_Remake catalogo Barilla, stile Erberto Carboni
Il leggendario poster del 1952, La pasta del buon appetito, è simbolico del passaggio ad un nuovo modo di comunicare il prodotto che compie uno slittamento verso un piano secondario e lascia spazio alla reclamizzazione della sfera di valori personali e sociali che contraddistinguono il suo consumo.
Lo slogan e le silhouette bianche di un cucchiaio e di una forchetta disposti in modo da dividere verticalmente in due l’impaginazione, richiamano alla tavola e al momento del pasto. Il motivo sarà sempre più ricorrente negli anni successivi. Sulle posate volteggiano alcuni tipi di pasta presi in prestito dal manifesto Pasta sul pentagramma di Giuseppe Venturini del 1938. La coppia di posate viene trasformata in una sorta di icona che, ripetuta come un timbro insieme al nuovo logo, identificherà tutti i manifesti successivi come membri di una sola famiglia.
L’originalità e la straordinaria forza comunicativa del manifesto fecero guadagnare a Erberto Carboni la Palma d’Oro del Premio Nazionale della pubblicità. La motivazione era la seguente: Per la più geniale ed efficace manifestazione pubblicitaria dell’anno 1952.

5 commenti:

  1. Credo che pubblicità come quelle di Erberto Carboni siano difficili da dimenticare ma soprattutto, pochi sapranno arrivare ai suoi livelli. C'è bisogno di un ritorno alle origini in questo mondo di consumismo estremo.

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  2. Soprattutto in questo bombardamento di immagini in cui tutti dicono di sapere fare tutto, e soprattuto in un periodo in cui basta fare un qualcosa di caotico per essere definito grafico, c'è la necessità di una pulizia di stile, di un'opera grafica ponderata, studiata, equlibrata e pulita..
    Come quella di Carboni!

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  3. Non capisco come ha fatto l'Italia a regredire talmente tanto dal punto di vista grafico. Abbiamo perso il gusto della sperimentazione nel graphic design; dobbiamo allontanarci da questa moda della pubblicità vettoriale tutta basata sui colori e sull'impatto visivo (vedi MTV) dove ci si dimentica di dare un senso profondo a ciò che si crea. Ritengo che noi giovani dobbiamo studiare questi artisti, questi maestri della comunicazione grafica, e non per copiarli, ma per prendere spunto dal loro intento sperimentale e imparare a dare un senso anche noi alle nostre opere.
    Stimo coloro che come te decidono di divulgare queste conoscenze!!

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  4. Purtroppo siamo in un mondo dove c'è un overflow di comunicazione, dove tutti sono grafici quando fanno uno schizzo fatto male, e c'è chi ne va fiero, le cose "effetto sorpresa non sorpresa, in cui dici wow ma anche no", non esistono più, purtroppo, o meglio: esistono, ma sono soppresse dall'immondizia!

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  5. concordo con tutti voi. Alle volte le cose più semplici sono quelle che restano di più e soprattutto quelle che hanno più significato. Complimenti Luca per l'idea di mostrare che una grande azienda con poco, ma studiato, riesce a spiccare da questo ambito che è diventato spaventosamente caotico.

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