martedì 15 febbraio 2011

Spot Barilla 1992_Penne


"Penne Barilla...Danno più sapore alle gioie di ogni giorno".

Qui una grande parte dello spot è "governata" dalla colonna sonora che denota tutti gli spot Barilla.

Immagini come al solito dolci, calde, famigliari, che ti riscaldano il cuore, che ti fanno sentire a casa in ogni situazione ed in ogni luogo.

Valori che, purtroppo, sono stati persi.
Oggi sono "elogiati" i valori consumistici, effimeri, e tralasciano i valori fondamentali, fulcro dell'essere umano.

Non pensate?

domenica 13 febbraio 2011

Spot Barilla 1999_Tokyo_Spaghetti

Anche questo spot, fa parte dei cosiddetti SPOT MUSIC, nei quali c'è solo la musica che accompagna le immagini, e non una voce narrante.
Come tradizione, fa sentire a casa chi non è a casa.
La cosa bella, è che gran parte delle persone che mi segue, mi dice che riguardando questi spot, si immerge nel passato, e ci associa calde immagini.
Con questi commenti, Barilla, posso dirlo a voce alta, è riuscita nei suoi intenti!!

sabato 5 febbraio 2011

Spot Barilla 1999_Farfalle


Scusare per il breve periodo di pausa che mi sono dovuto prendere causa esami, in ogni caso...:) continua questa raccolta della storia della pubblicità Barilla..
Ecco qui uno spot del 1999 che sponsorizza le Farfalle..
Ci sono un marito ed una moglie che chattano, e tra loro si crea una magica atmosfera, nella quale l'argomento principale sono le farfalle barilla, che in un climax crescente di emozionalità,  la moglie, trasportata dalle frasi romantiche del marito, dice: "che padre romantico avrà il nostro bambino.."
Ecco qui il testo della chat:
"..se fossi una farfalla, volerei da te..."
"...e io ti mangerei.."
"...è bello cenare con le nostre farfalle.."
"...è come guardare la nostra stella..."
"...che padre romantico avrà il nostro bambino..."
Per concludere con "Dove c'è Barilla c'è Casa".

In questo spot manca la voce narrante, ed il tutto è sorretto dall'espressione facciale dei due protagonisti, e dall'atmosfera creata dalla chat..
I tempi sono cambiati, e mentre prima ci si sarebbe aspettato il postino che suona alla porta di lei, per consegnarle la lettera di lui, ora ci si è tecnolocizzati, e nonostante la freddezza data dalla tecnologia, in questi spot si trasuda ancora tutti gli elementi/sentimenti che Barilla ha sempre utilizzato nei suoi spot..
Guardando i commenti su youtube, non posso che acconsentire con quanto scrivono:
Federico Fantauzzi dice: "questa pubblicità è unica......non so il perchè ma da tante pubblicità questa è l'unica che ho sempre in mente........grazie mille alla televisione di una volta!!!!!"
Dolcelly87: "era del 99, ma è mai possibile che in appena 10 anni siamo regrediti di questa maniera?io sono sempre più convinto che i GF&co, abbiano contribuito a questa regressione.."

Ed io, sono d'accordo..voi??

domenica 23 gennaio 2011

Il sottofondo musicale: Hymne_Vangelis


Vangelis, nome completo Evangelos Odysseas Papathanassiou, in greco Ευάγγελος Οδυσσέας Παπαθανασίου / Eyáġġelos Oḏysséas Papaṯanasíoy (Volos, 29 marzo 1943), è un tastierista e compositore greco di musica elettronica e new age.

Le musiche di Vangelis vengono sovente utilizzate come colonne sonore di documentari, spot pubblicitari, sigle televisive, servizi giornalistici e addirittura come inni non ufficiali di grandi eventi (ad esempio sportivi o politici). Questa scelta è resa possibile, dal fatto che molti brani sono basati su piccole cellule tematiche che si adattano ad essere utilizzate in filmati di breve durata, come sigle o spot. Inoltre il vastissimo repertorio di Vangelis, rende molto facile trovare brani che abbiano l'atmosfera adatta alle immagini che devono essere accompagnate dalla musica: sia che serva un brano dal carattere sognante, triste o rassicurante, dal suono delicato o dall'incedere trionfale e maestoso, è sempre possibile trovare almeno un brano con le caratteristiche necessarie. In virtù di questo, molto spesso le musiche di Vangelis sono entrate nell'immaginario collettivo per un loro uso alternativo da parte dei mass-media, soprattutto la televisione.
  • Il tema di Momenti di gloria, probabilmente il brano più famoso dell'artista, ha avuto un successo addirittura superiore al film. Viene universalmente considerato come una sorta di inno delle Olimpiadi e, per estensione, dello sport e dei suoi valori. Ad esempio tale tema è stato inserito nella schermata iniziale del videogioco Track & Field della Konami, il cui unico punto in comune col film è il contesto olimpico, ma non ha alcuna attinenza con il film. Spesso viene utilizzato per commentare immagini di imprese sportive, ma non è raro che il brano, in modo ironico, venga utilizzato a commento di filmati che utilizzano l'effetto del rallentatore, anche quando queste non c'entrino nulla con lo sport.
  • Una versione di Hymne, riarrangiata dai Press Agency, è stata utilizzata negli anni ottanta e in parte dei novanta dalla Barilla nei suoi spot, rendendolo un brano famosissimo nell'Italia di quegli anni; gran parte del pubblico, ancora oggi, identifica il brano come "la musica della Barilla", ignorando che invece si tratta della musica realizzata per un documentario intitolato Opéra Sauvage. Il tema del brano è costruito su una semplice scala di Do maggiore, le cui note vengono suonate in sequenza ascendente e discendente quasi senza alcun salto: in virtù di questa semplicità di esecuzione e della popolarità acquisita, in quegli anni era diventato un brano utilizzato come esercizio da moltissimi ragazzi che si avvicinavano ad uno strumento musicale. Questo tema fa anche parte del film Momenti di gloria.
  • Anche il tema di Missing - Scomparso è stato utilizzato per un breve tempo dalla Barilla nei suoi spot. Il brano è caratterizzato da una forte malinconia, che nel caso del film derivava dalla perdita di una persona cara. Da metà anni novanta, per ironizzare sul suo utilizzo originario, il brano viene regolarmente utilizzato dalla Gialappa's Band in sottofondo ai filmati in cui si vuole commemorare ironicamente l'uscita di scena di un personaggio. In origine veniva posta a commento dei servizi dedicati ad un allenatore esonerato, ma dal 2000 il tema di Missing è diventata la colonna sonora con cui, a Mai dire Grande Fratello viene annunciata l'esclusione di un concorrente e si ricordano i momenti più divertenti della sua permanenza nella casa
  • One more Kiss, Dear, tratta dalla colonna sonora di Blade Runner, apparentemente lontana dallo stile elettronico di Vangelis, fu utilizzata negli anni novanta per lo spot del prosecco Carpené Malvolti. Nel film le sue atmosfere "retrò" e confidenziali creavano volutamente un effetto di forte contrasto con l'ambientazione moderna e caotica; al contrario, nello spot, la musica era più sincretica alle immagini.
  • Il tema finale di Blade Runner, tratto dalla versione orchestrale della colonna sonora, è stato per anni la sigla di Linea verde.
  • Negli anni ottanta il 3rd Movement nella prima parte dell'album Heaven and Hell è stato la sigla di Geo & Geo. Negli ultimi anni, invece, viene usata Messages, dell'album Voices.
  • Curious Electric, tratta album Short Stories con Jon Anderson, 1980, è stata la sigla de Il Fatto di Enzo Biagi.
  • Nonostante il film Antarctica sia pressoché sconosciuto a molte persone, il suo tema viene spesso utilizzato in sottofondo ad immagini per sottolineare la sensazione di freddo (immagini di ghiacciai, delle calotte polari, oppure provenienti dallo spazio) ma anche per esaltare la natura. A fine anni novanta venne utilizzato in uno spot della Colmar (articoli da sci) in cui si vedeva un uomo che sciava su un grattacielo.
  • Uno spot del 1982 della Alfa Romeo Giulietta, ha utilizzato il brano Pulstar, dove l'impronta elettronica è molto forte. Un frammento di tale brano è usato da ottobre 2009 per le rubriche del TG1.
  • Conquest of Paradise, tratto da 1492: la conquista del paradiso viene spesso utilizzato durante occasioni in cui si deve garantire un effetto di maestosità. Con questo brano, nel 1995, António Guterres festeggiò la vittoria dei socialisti in Portogallo. Conquest of Paradise è il motivo musicale ufficiale dell'Ultra-Trail du Mont-Blanc-CCC® (Courmayeur Champex Chamonix), una delle gare di corsa in montagna più dure e famose al mondo. Nel 1999, in un servizio de Le Iene realizzato durante una convention politica, Enrico Lucci commentò ironicamente la scena in cui, mentre il brano risuonava dalle casse del palazzetto il relatore si mise ad intonarne la melodia agitando le braccia e invitando il pubblico a fare lo stesso. Al ritorno in studio, anche i conduttori e il pubblico intonarono il tema del brano muovendo le braccia. Esso fa anche parte della "colonna sonora" di Affari Tuoi (raro) e in alcuni tratti nel film L'ultimo bacio.
  • L'intro di Dervish D, dell'album Spiral è stato, per quasi tutti gli anni ottanta, la sigla del Tg3 e poi della Rai Regione.
  • Blade Runner ispirò un videogioco uscito per Commodore 64 e ZX Spectrum. Questo gioco, prodotto dalla CRL, fu ispirato dal film, ma per ragioni sconosciute, non vennero ceduti i diritti per poterne utilizzare il nome. La CRL allora, pubblicò il videogioco intitolandolo Blade Runner - Video game interpretation of the film score by Vangelis ("interpretazione in forma videogioco della colonna sonora di Vangelis"), e ha come colonna sonora il tema finale del film. In Italia fu tradotto come "Il difensore" e portato sulle cassette da edicola.
  • Erroneamente gli viene attribuita la sigla della trasmissione Jonathan - Dimensione Avventura, programma condotto da Ambrogio Fogar. Il brano, intitolato Adventure in realtà è di E. Piovan: lo stile e i suoni utilizzati ricalcano molto quelli di Vangelis; da ciò, grazie anche alla diffusione del brano tramite P2P, l'erronea attribuzione.

(notizie tratte da wikipedia)

Spot Barilla 1991_Emiliane Barilla

Uno degli ultimi spot contenenti in sottofondo la storica "hymne" che ha caratterizzato le campagne della grande azienda alimentare negli anni 80. Anche il claim è lo stesso (ancora per poco): "Dove c'è Barilla c'è casa"

In questo spot, oltre alle immagini, ha un ruolo principale la voce narrante, che accompagna le scene..

"..ci sono dei posti, dove ti senti subito a casa; dei posti dove tutti i piaceri della vita  hanno un sapore unico come questa sfoglia emiliana lavorata a lungo e tirata con cura, come vuole la tradizione.
Barilla te ne ripropone il segreto con le sue emiliane. Le lasagne, per esempio, così a tavola scopri l'Emilia.  Vere Emiliane, vero piacere. Bove c'è Barilla, c'è casa."..

Come al solito tutto fatto a regola, le scene trasudano di tradizione, di famiglia e di calore, valori che vengono trasposti nella sfoglia emiliana che Barilla lancia sul mercato.

Concordo con tutti quelli che dicono che bisognerebbe riproporli questi spot, perchè ti trasmettono i valori della sana pubblicità..

martedì 18 gennaio 2011

Spot Barilla anni '80_Paul Newman


Spot Barilla anni'80, con il grande Paul Newman.

Pubblicità, inutile dirlo, uscita durante il periodo natalizio.
La maestria, secondo me, si basa sul variare della musica: inizio natalizia, e poi con un "train d'union" si è collegata alle note classiche della colonna sonora degli spot Barilla.
Immagini calde, dolci, colme d'affetto.
Una linea di spot vincenti, mi piace!!!

sabato 15 gennaio 2011

Spot Barilla 1983


Altro spot Barilla anni '80.
Questo spot è dedicato agli spaghetti..
La musica è quella classica che Barilla usa negli spot, ed i concetti sono sempre gli stessi..
Secondo me la cosa più incredibile è come Barilla sia stata capace nell'esprimere in diverse forme comunicative gli stessi concetti.
In questo video si vede una bambina, che dall'aspetto e dal contesto, ci fa capire che è appena stata addottata dalla famiglia che la attende all'aereoporto, e poi si vedono alte scende in cui la coppia chiama a casa la futura nonna della bambina. La nonna, prepara una cena a base di pasta, e da qui:
- "Spaghetti Barilla, aggungono sapore ad una nuova storia d'amore".
- "Dove c'è Barilla, c'è casa".

Sempre con estrema semplicità e un sottofondo di poesia, colpisce gli aspetti emozionali.
Dietro la semplicità, però, c'è un grande studio... scene ad effetto, le immaggini, il visual è come se si trasformasse in testo e raccontasse una narrazione..
Anche comunicativamente è fatto ad arte!!

mercoledì 12 gennaio 2011

Riconoscibilità della Barilla, ed una nuova linea (1975)



Riconoscibilità
Una pasta confezionata richiede riconoscibilità, e richiede di conseguenza che l’immagine del prodotto sia ben chiara nella mente dei consumatori quando compiono la loro scelta di acquisto. Il grafico Erberto Carboni, tra i più geniali comunicatori visivi di quegli anni, impostò una serie di campagne pubblicitarie in cui gli elementi raffigurati erano costantemente quelli della tradizione: la pasta stessa, le posate, la famiglia. L’impostazione visiva di questi cartelloni era, però, assolutamente contemporanea e modernista. Il messaggio implicito, e ben raccolto dal pubblico, era quello di una realtà legata al progresso industriale il cui fine era di sostenere i valori tradizionali del buon mangiare: un’accoppiata non facile da accettare, su cui però è vissuta da sempre la comunicazione pubblicitaria Barilla.
Le prime pubblicità televisive, con Giorgio Albertazzi che recitava poesie, e Dario Fo che faceva lo smargiasso del bar, confermano il clima un po’ provinciale e paesano in cui il consumo di alimenti si inseriva. In questo clima Barilla doveva apparire come un buon Grande Fratello, attento a che nulla venisse turbato. Ma la storia procedeva ugualmente, e il boom economico stava già modificando profondamente le carte in tavola, influendo anche sui gusti alimentari degli italiani.
La scelta di centrare le pubblicità televisive dal 1965 in poi su un personaggio carismatico come Mina mostra il bisogno di recuperare in termini di immagine il campo che la pasta (e non solo la Barilla) andava perdendo in quegli anni. Non che in queste pubblicità fossero negati i valori di base dell’azienda, ma era necessario separare l’immagine della pasta da quella dello strapaese. Nei medesimi anni, nella pubblicità sulla stampa comparivano slogan come «insieme, un capolavoro in cucina», per mezzo dei quali si cercava di rivalutare in senso artistico il lavoro quotidiano delle massaie italiane, avviate sulla via dell’emancipazione.
La pubblicità degli anni Settanta è tutta incentrata, invece, sulla qualità della pasta. Siamo in una fase problematica per questo alimento, e la crisi economica ha inoltre imposto un calmiere ai prezzi del mangiare. Ecco dunque l’insistenza sulle qualità del grano duro, e l’inizio di una strategia di valorizzazione della pasta anche dal punto di vista dietetico.

Una nuova linea
Il 1975 è l’anno di nascita di una nuova linea Barilla, quella del Mulino bianco. Il Mulino bianco poneva ai pubblicitari il problema di come presentare una linea di biscotti di qualità media destinati al largo consumo, che proprio per questi aspetti non potevano essere caratterizzati come “superiori”. La soluzione fu trovata nel richiamo, molto sentito in quegli anni, ai valori della campagna, della vita semplice, della genuinità di un mondo preindustriale. Una soluzione così riuscita che Mulino bianco conquistò in pochi anni la leadership nel suo settore.
Lo spot d’autore girato da Federico Fellini nel 1984 si inserisce, invece, nella linea della valorizzazione sociale della plebea pasta. La lei di una coppia di raffinati amanti in un raffinatissimo ristorante in cui vengono proposti piatti dai nomi elaborati, al momento di scegliere il primo, pronuncia con voce e sguardo ammiccante e sensuale: «Rigatoni».
Questa linea di riproposizione della pasta e dei prodotti Barilla in chiave borghese e potenzialmente raffinata sarà seguita da allora fino a oggi. Quando nel 1989 Armando Testa progetterà la nuova campagna del Mulino bianco, ad esempio, non sarà più il mondo contadino a esservi protagonista, ma una famiglia di città che ha ristrutturato un mulino in Toscana e ci è andata a vivere: è l’italiano medio, in piena ripresa economica, che si reimpadronisce dei miti della sua tradizione, miti che Barilla vuole impersonare direttamente.
Ed è così anche per la grande campagna televisiva di Gavino Sanna, sviluppata a partire dal 1985, con lo slogan memorabile «dove c’è Barilla c’è casa» e la musica di Vangelis che ha ossessionato ormai per decenni il nostro buonismo interiore. La pasta Barilla è presentata come il simbolo della casa e della famiglia, della tradizione sana e felice, del mangiare che è buono perché è quello di tutti i giorni di una vita produttiva e piena di affetti, ma per nulla provinciale ormai: la potremmo definire la vita di una famiglia felicemente e attivamente globalizzata.
Poco è cambiato nell’immagine della Barilla degli ultimi vent’anni. Gli elementi messi in gioco sono sempre piccole variazioni di quelli che elencati fin qui. Esemplari sono, rispetto a questo, anche gli spot dell’ultimissima campagna, in cui gli addetti dell’azienda (progettisti, operaie, cuochi…) sono mostrati in parallelo nella loro vita a casa e in fabbrica, per testimoniare come non vi sia differenza nel loro comportamento: a garanzia del fatto che Barilla produce per noi come farebbe una mamma, un amico, un papà. Insomma, ci viene spiegato una volta di più che dove c’è casa e buon mangiare quotidiano non può che esserci anche Barilla.

Post di Daniele Barbieri


sabato 8 gennaio 2011

Spot Barilla anni '80 _ Federico Fellini

Questo spot Barilla degli anni '80, è stato diretto dal grande maestro Federico Fellini (questo spot si ripete due volte...non sono riuscito a trovarne uno che fosse signolo..).
Lo svolgimento di questo spot, si svolge in un ristorante di lusso, il cameriere elenca alla coppia un menù gustosissimo, ricco di prelibatezze francesi, e la donna risponde: "rigatoni"..
A questa esclamazione, il cameriere dice: "e noi tutti in coro diciamo: Barilla..."..
Il claim dice: "Barilla mi fa sentire sempre al dente..".
E' uno spot diverso dai precedenti, forse dovuto all'estro di Fellini.
Il ristorante, in base al menù esplicato dal matre, è francese, ed il fatto che "tutti in coro" dicono Barilla, sottolinea, come già precedentemente detto,  il concetto di italianità, e sottolinea il sentirsi a casa mangiando la pasta Barilla, anche in un ristorante fracese.
La musica di sottofondo è differente da quella degli spot precedenti, ma sempre dello stesso genere e con le stesse cadenze melodiche.
Il claim, da un mio punto di vista, non centra molto, forse ha qualche allusione o un doppio senso, essendo una coppia a tavola in una cenetta romantica...
In conclusione rientra negli standard e nello stile Barilla, è più ironico e divertente rispetto agli altri..
E per oggi, è tutto :)

venerdì 7 gennaio 2011

Spot Barilla 1988


Ecco uno spot della Barilla del 1988, dedicato ai Fusilli.
La musica è la stessa degli altri spot, appunto per il discorso di marca, per la riconoscibilità, per l'affidabilità, per un discorso di fidelizzazione del cliente.
In questo spot, un papà deve partire per un viaggio di lavoro e, durante il viaggio in macchina per portarlo in aereoporto, sua figlia gli mette un fusillo nella tasca. Al suo arrivo trova un fusillo Barilla in tasca che lo riporta con la mente a casa...(e di conseguenza dove c'è Barilla c'è casa..).
Il claim dice: "Fusilli Barilla, fatti per legare i più bei sapori della cucina"..legare può anche essere traslato anche come "legami" personali.
Uno spot fatto ad effetto, che colpisce la sfera emotiva.
Uno spot fatto con luci calde per sottolineare l'aspetto della famiglia.
Creato ed ideato da manuale!

mercoledì 5 gennaio 2011

Spot Barilla 1985

Pubblicità degli spaghetti Barilla: alla stazione_1985

Questo spot, a differenza del precedente (1987), ha poche parole e  meno immagini forti, ci sono pochi riferimenti al colore giallo ed allo stile di Erberto Carboni.
Anche in questo caso, si punta a colpire l'aspetto emotivo dei consumatori, giocando molto su immagini psicologiche che fanno sempre riferimento all'immagine della quotidianità.
Lo slogan è sempre ad effetto: "Barilla, un mondo di idee per ogni tua voglia".
Come se volesse dire: per ogni tua voglia, c'è un formato di pasta che corrisponde...
Ed è proprio qui, nei suoi svariati formati di pasta, che Barilla punta in queste prime pubblicità.
Questa per esempio era dedicata agli spaghetti, e per ogni formato che Barilla immette nel mercato farà uno spot pubblicitario (Se riesco a trovarli, li metto tutti, così si può vedere se ci sono differenze di stili per ogni formato di pasta).

Spot Barilla 1987


Gli anni cambiano e, col passare di questi, si evolvono le tecnologie ed i metodi di comunicazione, dalla pubblicità stampata, si passa ai video.
Questo video puibblicitario, fatto nel 1987, è ritenuto uno tra i video che hanno segnato la storia della pubblicità di Barilla.
Una musica soave e tranquilla fa da interlude e, come protagonista principale, c'è una bambina sotto la pioggia, che indossa una mantellina gialla (richiamo ad Erberto Carboni e al tuorlo dell'uovo).
I genitori stanno aspettando con impazienza questa bambina per l'ora di pranzo.
La piccola protagonista, però, nel suo cammino trova un piccolo gattino, e decide di portarlo a casa...tutto questo per dire: "dove c'è Barilla, c'è casa".
Tutto lo spot è armonizzato da un'atmosfera calda e familiare, colma di affetto e di amore.
Punta tutto sulla sensazione di famiglia e di casa, creando un ambiente intimo.

Personalmente parlando, Barilla, in tutti questi anni, è riuscita ad esportare l'italianità anche all'estero.
Ora mi trovo in Spagna, e quando vado in un supermercato e vedo sugli scaffali la pasta Barilla, per un istante mi trovo catapultato nel supermercato vicino a casa, e i  miei neuroni a specchio, ammesso che funzionino correttamente :) suscitano in me la voglia di pasta al pomodoro, al ragù, e via dicendo..

Dunque, sempre per quanto mi riguarda, Barilla ha utilizzato una buona strategia di marketing mix, facendo un mix con un'ottima campagna pubblicitaria, riuscendo così ad esplicare la propria mission.




domenica 2 gennaio 2011

Curiosità..

BARILLA, AZIENDA ITALIANA CON MIGLIORE REPUTAZIONE AL MONDO
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La rivista americana Forbes ha pubblicato una classifica con le aziende più importanti al mondo. Al 19esimo posto, con un Reputation Pulse Score di 72,45, appare chiaro il nome italiano del gruppo Barilla, azienda con la migliore reputazione.
Tra i primi gruppi alimentari italiani, Barilla, che esporta in più di 125 Paesi, è oggi leader nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi.
Alla società parmense – che produce pane e pasta dal 1877 – sono legati i marchi Barilla, Mulino Bianco, Voiello, Pavesi, Wasa, Harry’s (Francia, Spagna e Russia), Lieken Urkorn, Golden Toast e Kamps (Germania), Alixir, Academia Barilla, Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).

Pubblicità 1958 _ Erberto Carboni

In questa pubblicità, Erberto Carboni "varia" il suo stile: in primis si può notare il colore dello sfondo, completamente giallo, per richiamare il tuorlo dell'uovo, il che rimanda denotativamente e connotativamente alla pasta all'uovo che pubblicizza, mostrando, come per la pubblicità precedente, nel packaging della confezione della pasta le uova (5 uova per ogni chilogrammo...).
Inoltre inserisce l'uso della fotografia e del collage: la bambina è stata fotografata, ritagliata e incollata.
Rende il tutto come un gioco, un gioco che fa crescere e fortifica, e fa anche divertire (da notare l'espressione della bambina).
Una pubblicità che da un mio punto di vista è meno forte rispetto alle altre, e che non si identifica immediatamente con la Barilla, in quanto il colore dello sfondo non rimanda al colore caratteristico, ed inoltre non è pubblicizzato solamente il prodotto.
Se non ci fosse il brand, difficilmente si potrebbe riconoscere questa pubblicità come propria dellla Barilla.
Nonostante tutto, analizzando i vari elementi compositivi, è state creata con grande stile e precisione, anche se è stata "una mossa un pò troppo azzardata".

giovedì 30 dicembre 2010

Pubblicità 1953 _ Erberto Carboni

In questa pubblicità Erberto Carboni è stato schematico, didascalico, figurativo.
Pubblicizza la "vera pasta all'uovo" e non pubblicizza il prodotto stesso, ma la materia prima con il quale esso è fatto:
"con cinque uova per chilogrammo", rappresentando una gallina in silohuette, all'intetno della quale ci sono cinque uova, appunto; didascalico e figurativo.
Rende la percezione veloce ed efficace, colpendo l'osservatore e suscitando interesse, facendo un riferimento alla connotazione e alla denotazione che la gallina e le uova fresche hanno intrinseche.
Una pubblicità semplice ed efficace, con pochi elementi figurativi e di bodycopy riesce ad esplicare appieno il concetto: geniale!

Campagna pubblicitaria Barilla 1952 e annuncio del 1956 _ Erberto Carboni

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sopra sx e dx & sotto a dx campagna pubblicitaria Barilla del 1952.
sotto a dx annuncio campagna del 1956

"Perchè Barilla trionfa sul mercato italiano? Potenza e modernità degli impianti, materie prime sceltissime, lavorazione perfetta, confezione protettiva, eccezionale varietà di tipi, qualità costante e sicura, elevato rendimento alla cottura, convenienza di prezzo." Erberto Carboni, Con pasta Barilla è sempre domenica, Annuncio stampa.

Negli anni Cinquanta, inscatolamento, spedizione e distribuzione diventano centrali nella politica dell’azienda. La nuova immagine aziendale Barilla si presenta perciò con una nuova linea di imballaggio che si protende verso un’idea di coerenza e omogeneità.
Sulle confezioni, indipendentemente dal formato e dal contenuto, compare una striatura bianca e blu, il logo è ben presente ma sempre in una posizione paritaria rispetto al prodotto: nel caso delle buste in cellophane gli spazi interni al segno sono trasparenti, nel caso del cartone invece il marchio ha lo stesso peso visivo della finestra che permette la visione del prodotto.
Inoltre viene ripetuto spesso il simbolo dell’uovo e un carattere bastoni (che poi sarà cambiato con una font bodoniana) viene utilizzato per i testi. Nel 1956, in occasione della sostituzione del cellophane con il cartone, avviene il redesign della nuova linea di confezioni. Questo evento segna l’ultimo passo di quel processo evolutivo iniziato pochi anni prima e che porterà alla realizzazione di una corporate image intesa nel senso che conosciamo oggi. L’importanza dell’operazione fu capita nel 1967 dal critico Alan Parkin che, in Design and Corporate Image, segnalò la Barilla come una delle aziende italiane più all’avanguardia nell’ambito del graphic design. Il passaggio dal cartone al cellophane ha come conseguenza l’occultamento del prodotto. Ne approfitta il marchio che compie il passo più importante in tutta questo processo di restyling. Non solo si presenta in una nuova veste grafica (che richiama in maniera esplicita ma elegante l’interno dell’uovo), ma estende anche i suoi confini fino ai margini dell’involucro.
Per rimediare al surclassamento del prodotto da parte del nuovo materiale di imballaggio e del marchio, ecco che entra in gioco la fotografia. L’immagine realistica della pasta disposta in maniera disordinata su di una superficie blu, compone un pattern, il cui contrasto è di notevole impatto. Da questo momento in poi il blu diventa, senza titubanze, il colore di corporate.

Pubblicità 1952 _ Erberto Carboni


1

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1_Pubblicità per Barilla del 1952 fatta da Erberto Carboni.
2_Remake catalogo Barilla, stile Erberto Carboni
Il leggendario poster del 1952, La pasta del buon appetito, è simbolico del passaggio ad un nuovo modo di comunicare il prodotto che compie uno slittamento verso un piano secondario e lascia spazio alla reclamizzazione della sfera di valori personali e sociali che contraddistinguono il suo consumo.
Lo slogan e le silhouette bianche di un cucchiaio e di una forchetta disposti in modo da dividere verticalmente in due l’impaginazione, richiamano alla tavola e al momento del pasto. Il motivo sarà sempre più ricorrente negli anni successivi. Sulle posate volteggiano alcuni tipi di pasta presi in prestito dal manifesto Pasta sul pentagramma di Giuseppe Venturini del 1938. La coppia di posate viene trasformata in una sorta di icona che, ripetuta come un timbro insieme al nuovo logo, identificherà tutti i manifesti successivi come membri di una sola famiglia.
L’originalità e la straordinaria forza comunicativa del manifesto fecero guadagnare a Erberto Carboni la Palma d’Oro del Premio Nazionale della pubblicità. La motivazione era la seguente: Per la più geniale ed efficace manifestazione pubblicitaria dell’anno 1952.

mercoledì 29 dicembre 2010

Erberto Carboni

Lo scopo di questo mio blog è "riunire" in una sorta di album tutte le pubblicità della Barilla, in modo da vedere l'evoluzione grafica e semiotica, che si sposa con il mutare del tempo.
In primis, bisogna parlare di Erberto Carboni, del quale tratterò una piccola bibiografia..

Laureato in architettura all’Accademia di Belle Arti di Parma (nel 1921, conseguendo il diploma d’onore), si avvia subito alla professione di grafico, aprendo uno studio nella sua città natale (sviluppa materiale pubblicitario per alcune aziende locali). Inizia in breve anche l’opera di illustratore, collaborando con alcune case editrici nell’allestire l’iconografia di volumi di narrativa di largo consumo, e cominciando a lavorare con alcune testate, come “Lidel”, “Novella”, “Dramma”, “Emporium”, “Le Grandi Firme”.  Nel 1932 si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con lo Studio Boggeri e con l’Ufficio Pubblicità e Sviluppo della Olivetti. Diviene in breve apprezzato allestitore per padiglioni espositivi all’interno di rassegne culturali e fieristiche: negli anni Trenta ricordiamo l’apparato grafico per la Mostra dell’aeronautica italiana alla Triennale di Milano (1934), per l’Expo internazionale di Parigi (1936) e gli stand per  Faesite e Montexatini alla Fiera di Milano (1940). Non cessa, perlatro, la sua attività nell’illustrazione periodica, collaborando con “L’Ufficio Moderno” (con altri grafici di tale rivista fonda il Gruppo Amici della Razionalizzazione), “La Lettura”, “La Rivista illustrata del Popolo d’Italia”, “Natura”, “Snia Viscosa”. Dopo la guerra continua la sua attività di grafico fieristico, in particolar modo nell’ambito della Fiera di Milano (padiglione per la Radio italiana, 1950; salone dei prodotti chimici Montecatini, 1950; allestimento commemorativo per il 50° della morte di Giuseppe Verdi, 1951; padiglione Montecatini, 1952; stand Rai-Tv, 1952 e 1954, ecc.). Noto è anche l’allestimento del padiglione Italia 61 a Torino (1961), per il centenario dell’Unità d’Italia. Tra la seconda metà degli anni Trenta e gli anni Sessanta, Carboni allestisce inoltre le campagne pubblicitarie di numerose grandi aziende, segnandone spesso la crescita o l’affermazione sul mercato. Ricordiamo, in particolare, quelle per la Olivetti (1935), per la Shell (1937), per la Motta (1939), Per la Rai-Tv (dal 1948), Per la Barilla e per la Bertolli (dal 1952), per la Pavesi (dal 1958). Si aggiudica numerosi riconoscimenti, quali il Premio nazionale della grafica pubblitaria, il Premio nazionale per l’allestimento di esposizioni, la Palma d’oro della pubblicità, il Gran premio della Triennale di Milano. Nell’ultimo frangente della sua vita, ridotta l’attività di progettista grafico, si dà alla scultura e alla pittura, esponendo in alcune gallerie d’arte e alla Biennale di venezia del 1972.

sabato 25 dicembre 2010

Barilla_Storia

  • Un’azienda nella storia: Barilla

In questa terra parmense che dei saperi gastronomici ha fatto la propria missione, nella seconda metà dell'Ottocento nasceva anche Barilla, un tempo piccolo pastificio locale, oggi uno degli ambasciatori della cucina italiana nel mondo.
La Barilla trae le sue origini dal Forno che Pietro Barilla senior (1845–1912), discendente da una famiglia di panettieri documentata a partire dal 1576, apriva a Parma in strada Vittorio Emanuele nel 1877. Una costante e progressiva crescita contraddistingue la sua storia. Nel 1910 sorge lo stabilimento di Barriera Vittorio Emanuele; a Pietro succedono i figli Gualtiero (1881-1919) e Riccardo (1880-1947). Morto prematuramente Gualtiero nel 1919, Riccardo regge le redini dell'Azienda fino al 1947 coadiuvato dalla moglie Virginia.
Il Pastificio BarillaDopo il secondo conflitto mondiale, con la gestione di Pietro (1913–1993) e Gianni (1917-2004), figli di Riccardo, vengono poste le basi per il forte sviluppo degli anni Cinquanta – con la costruzione del nuovo stabilimento di via Veneto nel 1957 e la sperimentazione delle linee continue di produzione – e degli anni Sessanta, che vedranno la costruzione degli stabilimenti di Rubbiano (1965) per grissini e fette biscottate e di Pedrignano (1969), tuttora il più grande impianto al mondo per la lavorazione delle paste alimentari.
Attraverso l'esperienza maturata durante il suo viaggio americano del 1951, Pietro Barilla, che lavorava nell'Azienda di famiglia già dal 1936, seppe intuire con anticipo le linee guida del suo lavoro: l'innovazione tecnologica, con la sperimentazione della produzione a ciclo continuo e il conseguente innalzamento qualitativo del prodotto e quantitativo della produzione; il confezionamento igienico e la distribuzione; il grosso investimento pubblicitario, che avrebbero consentito all'Azienda di passare nel breve volgere di un decennio dal livello regionale a quello nazionale.
Il felice sodalizio con diversi esponenti della cultura italiana contribuì non poco a delineare una immagine aziendale globale.
Dopo aver completamente rinnovato e ampliato lo stabilimento di via Veneto (oggi viale Barilla) così da raggiungere una produzione di circa 6.000 quintali di pasta al giorno, l'Azienda, a causa della fortissima richiesta del mercato, abbandonerà l'idea di un successivo ampliamento nella stessa zona, giudicata insufficiente, e progetterà, a partire dagli anni Sessanta, il trasferimento nell'area di Pedrignano. E proprio nel 1960, anno culminante del "miracolo economico", la Barilla si trasforma in Società per Azioni, concludendo, con questo atto, un decennio di importanti trasformazioni.
Nel 1970 Gianni e Pietro Barilla cedevano l'Azienda alla multinazionale americana Grace. Ma nel 1979 Pietro Barilla riuscirà, dopo diversi tentativi, a riacquistare il pacchetto di maggioranza della Società, che presiede, portandola a livelli di sviluppo e di notorietà insperati, fino al settembre 1993.
Sotto la sua guida riparte la trasformazione tecnologica, la costruzione di nuove linee di produzione e di nuovi stabilimenti e il varo di significative campagne di comunicazione.
Pietro, splendido mecenate, dona all'Università di Parma la sede didattica della Facoltà di Ingegneria (1987), raccoglie una notevole collezione d'arte che espone al pubblico, nel 1993, in occasione dell'80° compleanno; regala alla città la fontana scolpita da Pietro Cascella (1921–2008) per una piazza di Parma (1994).
Parma, lo stabilimento Barilla oggi.
Con la sua scomparsa nel 1993, i figli Guido, Luca e Paolo assumono la guida dell'Azienda di Famiglia, intraprendendo una profonda opera di riorganizzazione interna e di espansione sul mercato internazionale.
In questa fase si collocano l'acquisizione di Misko, leader greco e Filiz, turco, nella pasta e la costruzione (1998-1999) del primo stabilimento per la produzione di pasta di un’Azienda italiana sul suolo americano, inaugurato ad Ames (IOWA) il 25 giugno 1999.
Alle soglie del nuovo millennio, Barilla è leader mondiale nel segmento pasta e prima in Europa per i prodotti da forno con i marchi Mulino Bianco (dal 1976) e Wasa (dal 1999). Al gruppo Barilla appartengono anche i marchi Voiello (dal 1975) nel settore pasta e Pavesi (dal 1992) nei prodotti da forno.
Nata da una bottega di pane e pasta oltre centoventi anni fa, la Barilla è oggi è il primo gruppo alimentare italiano: produce in 25 stabilimenti (20 in Italia e 5 all’estero) e gestisce direttamente 6 mulini che forniscono il 70% della materia prima occorrente.
Orientato da sempre alla soddisfazione del cliente e al rispetto per la salute e la natura, il marchio Barilla si è affermato nel mondo soprattutto grazie alla qualità dei suoi prodotti, frutto di alti investimenti in ricerca, innovazione e tecnologia.

mercoledì 22 dicembre 2010

Benvenuti a tutti!!!

Benvenuti a tutti, sono Luca Zangrando, uno studente universitario in Scienze della Comunicazione Grafica e Multimediale.
In questo Blog voglio parlare dell'evoluzione della pubblicità della Barilla, partendo da Erberto Carboni fino ad oggi, analizzando semioticamente ed esteticamente le varie pubblicità, attuando alcune parentesi storiche sull'azienda, per far comprendere meglio la denotazione e la connotazione della pubblicità .
Spero di raccogliere informazioni utili, e che ci sia un confronto con chiunque sia interessato.